Crocus biflorus Mill.
Iridaceae - Zafferano selvatico
Piccola geofita bulbosa alta 10-15 (20) cm, con bulbotubero ovoidale, talvolta un po' compresso ai poli, avvolto da tuniche di colore bruno-giallastro, intere e di consistenza cartacea, alla base distaccantisi in anelli. Foglie inferiori ridotte alle sole spate (in genere 3), foglie superiori (3-7) strettamente lineari, sottili, solitamente superanti i fiori, di colore verde scuro con una linea longitudinale bianca che percorre l'intera lamina. Fiori (in genere 2-4) con tubo perigoniale lungo 10-18 cm e lacinie ellittiche, di dimensioni piuttosto variabili e di colore violaceo chiaro all'esterno, più scuro all'interno e con 3 (5) strie longitudinali di colore violetto scuro, fauce perigoniale sempre gialla, filamenti pelosi lunghi circa la metà delle antere.
Fiorisce da febbraio ad aprile. Boschi chiari e orli boschivi, pascoli, anche in ambienti antropici come vigne e olivetim fino a 1200 m.
Poco comune. Dintorni di S. Antonio, Peschio Cancelli, Colle
Specie endemica
Specie tossica. Ha proprietà emmenagogiche, ipnotico-sedative, stimolanti e toniche (sono utilizzati gli stimmi). La pianta contiene alcuni alcaloidi (crocina, pierocrocina, ecc.) che la rendono leggermente tossica e ne sconsigliano l'uso domestico, nonostante in passato i suoi cormi siano stati utilizzati nell'alimentazione umana, perché ricchi d'amido e di sapore gradevole.
foto Enzo De Santis
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