Hedera helix L. subsp. helix
Araliaceae - Edera, Ellera
Pianta sempreverde, rampicante o strisciante, con fusti
forniti di radici avventizie per l’ancoraggio. Riesce ad
arrampicarsi lungo tronchi di alberi, sulle rocce o su mura di case
fino ad altezze di 20 m e più. Le foglie sono
coriacee, verde intenso mentre i fiori riuniti in
ombrelle hanno petali piccoli di colore giallo-verdiccio. Il
frutto è una bacca nero-bluastra a maturità.
Fiorisce a settembre-ottobre mentre i frutti maturano a
febbraio-aprile. Predilige ambienti freschi submontani e montani e
vegeta nei boschi di quercia castano e faggio.
Molto comune, a volte invadente, raramente in grosse colonie. Presente anche in bosco relittuale mista a faggete in colonie molto estese fino a 1400 m di quota.
Tossica. Utilizzata nella
medicina popolare, soprattutto nelle affezioni respiratorie e
reumatiche, l’uso interno è stato abbandonato per la sua tossicità;
tutte le parti della pianta, infatti, ed in particolare i frutti
contengono saponine. L’edera era pianta sacra a Dionisio; anche oggi
sulla porta dei locali che vendono vino è possibile in qualche caso
osservare fronde di Edera. Gli uccelli (tordi, merli, storni ecc )
sono ghiotti dei frutti, che per loro non sono velenosi
L’edera viene spesso considerata ingiustamente “parassita” delle
piante sulle quali si arrampica, invece non provoca danni, se si
esclude l’ombreggiamento e quindi la sottrazione di luce alle foglie
della pianta ospite.
foto Enzo De Santis
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