ITINERARI BOTANICI
Le miniere di Valleona - Testi e foto di Enzo De Santis
Il materiale che continua a franare dalle pareti verticali in seguito agli agenti atmosferici, sta lentamente riempiendo le “cave”; all’ingresso dei due rami della miniera si notano ancora le collinette costituite dai materiali di scarto della lavorazione a cui erano sottoposte le rocce estratte, prima di essere caricate sui camion e quindi vagoni merci con destinazione Porto Marghera.
L’esplorazione floristica di questo sito è stata effettuata a più riprese tra 2015 ed il 2016. La flora, come si può immaginare, non è molto diversa dal territorio circostante; si incontrano però anche specie tipiche di gran parte degli ambienti montani, cioè dei brecciai come la Drypis spinosa, specie tipiche della faggeta e delle sue radure come Stellaria holostea, specie dei pascoli di alta quota come la Pulsatilla alpina.
La sterrata che attraversa i "Centomonti" e porta alle miniere di Valleona
Campanula micrantha
La prima miniera che si incontra arrivando da Campo Felice, visibile a sinistra dopo la curva a destra della sterrata, è lunga circa 280 metri con una larghezza che varia da 30 ad 130 metri
Cynoglossum montanum
Polygala major
Veronica orsiniana
Polygala alpestris
Hippocrepis comosa
Hieracium jurassicum
Stellaria holostea
Hieracium bifidum
Acer pseudoplatanus
Alchemilla colorata
Arabis alpina subsp. caucasica
Armeria canescens & Pieris rapae
Doronicum columnae
Lamium garganicum subsp. laevigatum
Lathyrus vernus
Linum alpinum
Pulsatilla alpina subsp. millefoliata
il lampone, Rubus idaeus
Al centro della grande buca un maestoso esemplare di Salix caprea
Silene dioica
Clinopodium alpinum
Podospermum laciniatum
Epipactis helleborine
Un Imenottero, Halictus quadricinctus su Chamaenerion angustifolium
frutti di Sorbus chamaemespilus
Zygaena transalpina, Zygaenidae
farfalle della famiglia Lycaenidae su Chamaenerion angustifolium
Una lucertola, mezza all'ombra e mezza al sole, Podarcis muralis, Lacertidae
Chamaenerion angustifolium
La seconda miniera è in realtà composta da due cave. La prima facilmente raggiungibile dal piccolo piazzale che serve da parcheggio e da dove parte il sentiero per il Rifugio Sebastiani e l'altra, a meno che non si vogliano risalire, dove possibile, i ripidi pendii franosi, seguendo per un centinaio di metri il sentiero per il Sebastiani e poi deviare verso sinistra, per una evidente sterrata che dopo aver attraversato per un un breve tratto la faggeta sbuca in una ampia radura, dominata da una lunga e alta parete verticale.
Aquilegia vulgaris
Robertia taraxacoides, endemica
Senecio doronicum
Dianthus brachycalyx, endemica
Hieracium pellitum, una delle tre specie nuove per il territorio scoperte alle miniere di Valleona
Gymnadenia conopsea
Drypis spinosa, pianta tipica dei brecciai e dei ghiaioni
Rosa montana
Biscutella laevigata, a sinistra, e Cerastium tomentosum, specie endemica, a destra
Helianthemum nummularium
Carduus carlinifolius e Zygaena filipendulae
Rosa canina
Lotus corniculatus
Rosa cfr. subcollina
Di seguito, alcune specie rinvenute al margine della faggeta, a pochi metri dall'orlo delle cave
un'altra specie nuova per il territorio trovata qui, Dactylorhiza maculata subsp. saccifera, una Ochidea
Lilium martagon
Saxifraga rotundifolia
Thesium linophyllon
Stachys alopecuros subsp. divulsa, specie endemica, e Gonepteryx rhamni
Valeriana montana
Tragopogon crocifolius, altra specie nuova per il territorio scoperta alle miniere di Valleona
Bupleurum falcatum subsp. cernuum
Chiudiamo con un paio di immagini autunnali
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