Un po' di numeri
Le 1241 entità finora documentate sul territorio di
Lucoli rappresentano poco più del 12% della flora vascolare italiana
che, secondo gli ultimi dati disponibili (2018), ammonta a circa
9800 entità, di cui circa 1600 sono alloctone. Delle 1241 entità 21
sono Pteridophyta (Felci e simili, piante senza semi), 5 sono
Gymnospermae (Pini, Ginepri e simili, piante con semi sprovvisti di
ovario) e 1215 Angiospermae (piante con semi protetti da ovario).
Inoltre:
87 sono endemiche e 15
subendemiche
88 sono nelle Liste Rosse nazionali delle specie a
rischio
98 sono nelle Liste Rosse regionali delle specie a
richio
16 sono protette dalla L.R. 11 settembre 1979 n° 45
e successive integrazioni
4 sono nel “Repertorio della flora nazionale
protetta”
45 sono orchidee spontanee, tutelate dalla
Convenzione di Washington (Cites B)
174 sono tossiche o velenose
406 sono officinali
50 sono specie alloctone di cui 19
invasive
1 è specie prioritaria della Direttiva Habitat
1 è esclusiva di Campo Felice
Sappiamo che molte piante sono commestibili, altre sono tossiche e altre ancora sono piante officinali, cioè con proprietà medicamentose. Queste ultime possono essere contemporaneamente commestibili o tossiche. Nel nostro territorio ce ne sono una buona quantità; 572 entità possiedono almeno una di queste proprieta.
La flora di Lucoli si distribuisce in 498 generi e 100 famiglie. Lo spettro tassonomico, cioè la distribuzione delle 1241 entità secondo la famiglia botanica, ci dice che come per il totale della flora italiana, la famiglia più numerosa è quella delle Asteracee con 156 entità (12,6%), a cui seguono le Fabaceae con 93 entità (7,5%), le Poacee con 68 (5,5%), le Rosaceae con 67 (5,4%), le Caryophyllaceae con 66 (5,3%), le Brassicaceae con 66 (5,3%) e le Lamiaceae con 63 (5,1%). Queste 7 famiglie insieme rappresentano il 46,7% del totale.
Le piante vascolari proteggono le gemme durante l’inverno adattandosi all’ambiente ed all’habitat. Questi adattamenti sono chiamati forme biologiche. Lo spettro biologico della flora di Lucoli vede una netta prevalenza delle Emicriptofite, specie erbacee perenni o a volte bienni, prevalenti nelle zone temperate, con il 46,5% del totale a cui seguono le Terofite, specie erbacee annuali delle zone aride, antropizzate e generalmente disturbate, con il 18,0%; le Geofite, piante perenni degli ambienti palustri e dei boschi freschi di caducifoglie con il 15,1%; le Fanerofite e Nanofanerofite, alberi e arbusti, con il 10,2%; le Camefite, piante perenni delle zone a pascolo arido con affioramenti rocciosi con il 9,6% ed infine le Idrofite, piante acquatiche, con lo 0,5%.
La corologia studia la distribuzione geografica
delle piante mentre i corotipi raggruppano specie
che hanno lo stesso areale di diffusione. I tipi corologici
principali in cui viene suddivisa la flora italiana sono una decina
e raggruppano una settantina di corotipi. Lo spettro corologico non
ci dà solo informazioni riguardanti la provenienza di un gruppo di
specie ma è anche utile, almeno per i corotipi con un preciso
significato ecologico, per conoscere le condizioni ambientali del
territorio studiato. Una predominanza di specie ad ampia
distribuzione (Cosmopolite) indica ambienti
fortemente antropizzati e disturbati ma, fortunatamente, questo non
è il caso di Lucoli dove le specie ad Ampia distribuzione,
con il 9,8%, sono solo al 4° posto in questa particolare
graduatoria. Il corotipo più rappresentato è quello
Mediterrareo, cioè le specie con areale nel bacino
mediterraneo, con il 25,3%. Seguono il corotipo Europeo
con il 20,7% e quello Eurasiatico con il 17,5%.
Questi primi tre corotipi comprendono il 63,5% della flora di
Lucoli.
Un dato che ci sembra molto positivo è che solo 50 entità (il 4% del totale) risultano alloctone, cioè non appartenenti alla flora originaria del territorio. Di queste, 24 sono archeofite, cioè introdotte in tempi molto antichi, 25 sono neofite, ovvero introdotte dopo la scopertra dell'America. Tra le alloctone le entità considerate invasive ammontano a 19, di cui 17 fra le neofite e 2 fra le archeofite. Fra le invasive, sul nostro territorio le più pericolose possono essere considerate l'Ailanthus altissima (Ailanto), albero originario della Cina che cresce rapidamente, spesso infestante che colonizza velocemente terreni incolti, scarpate e bordi stradali ma che fortunatamente non sale oltre gli 800-900 m di di quota, e il Senecio inaequidens (Senecione sudafricano), pianta proveniente dal Sud-Africa che colonizza diversi tipi di habitat e si dissemina lungo le vie di comunicazione. Ne abbiamo avuto un esempio questo autunno (2019), quando una vistosa fioritura di questa pianta ha ingiallito la montagna sopra la frazione di Colle (Coste del Colle)
Ailanthus altissima Senecio inaequidens
Abbiamo anche fatto
qualche conto sulle nuove entità scoperte sul territorio dal 2010 in
poi, cioè dall’anno della pubblicazione del sito.