Home Flora Fauna Licheni Territorio Itinerari Contatti News
Alberi, arbusti e liane
La specie dominante è il faggio che copre quasi un terzo del territorio ed oltre il 70% della superficie boschiva. Copre la fascia altitudinale da 1200 fino a 1900 metri s.l.m. e riveste quasi esclusivamente pendii con esposizione Nord, Nord-Ovest e Nord-Est. Le faggete più vaste coprono tutta la valle di Morretano, Cerasolo, e le Cese. Tutte le faggete sono state sfruttate per lungo tempo e fino agli inizi degli anni 60 per ricavare legna e carbone. Le carbonaie sono ancora ben visibili ovunque a testimonianza di una economia rurale molto attiva e diffusa, estremamente dura e povera vista dal nostro sistema di vita odierno
Prevalentemente
le nostre sono faggete a ceduo. Solo di recente viene applicato il
taglio ad alto fusto destinato alla falegnameria. Sulla validità
dell’uno o l’altro sistema c’è molto da discutere. Per grandi linee
l’alto fusto è economicamente più valido, il legno che produce è più
pregiato, crea boschi più suggestivi e fruibili per i visitatori. Il
bosco ad alto fusto, per contro, inibisce il rinnovamento, non
permette la crescita di nuove piante, ha bisogno di una buona e
sistematica manutenzione, crea un bosco praticamente puro,
distruggendo altre essenze più vulnerabili che sono altrimenti
normali conviventi di un bosco naturale. E’ da valutare poi il danno
alla fauna che in esso trova meno protezione e minore cibo.
La vocazione
naturale dei nostri boschi è il ceduo. Bosco misto composto da
aceri, olmi, sorbi, ciliegi , tasso, agrifoglio ed arbusti come
euonimus, rose, rovi, peri, meli, ginepri, cotognastri. E’ vero che
alcuni boschi di questo tipo sono impenetrabili, selvaggi, producono
un legname diverso, più scadente e difficile da ottenere. D’altra
parte permette la sopravvivenza di tante specie che in esso hanno
trovato l’equilibrio.
Se pensiamo che
il tasso e all’agrifoglio sono rarissimi da noi e in via di
estinzione proprio per danni dovuti al taglio indiscriminato e
all’alto fusto. Anche la fauna in un bosco misto trova migliore
rifugio, ambienti per nidificazione, bacche e frutti in maggiori
quantità.
Insomma torniamo
sempre sugli stessi punti di discussione. La natura trova il suo
equilibrio da sola. Quando l’uomo pretende di manipolarla a suo
vantaggio, può anche farlo, ma con accortezza, per evitare che le si
ritorca contro in mille modi diversi.
Un altro aspetto
importante legato alla faggeta è lo stretto legame con la pastorizia
e bestiame in genere. Tanti carbonai, erano contemporaneamente
pastori o allevatori che vivevano periodicamente nel bosco. Per
creare spazio al bestiame creavano le radure, ovvero vallette, zone
fertili disboscate per creare pascoli. Buona parte delle radure,
sono artificiali. Esse sono diventate con il tempo parte integrante
dei boschi e vi si trovano oggi un gran numero di specie erbacee,
oltre ad essere rifugio per animali ed uccelli in genere.
La seconda
essenza in ordine di estensione è la roverella. La troviamo dalla
zona basale fino a 1100 m. e forma boschi più radi, occupa
esposizioni miste. Anche questa specie è sempre stata soggetta a
taglio per uso domestico. Con la diminuzione della pastorizia i
querceti sono ora in espansione, stentata ma diffusa. I territori
che essa occupa, sono spesso poveri, aridi e rocciosi. Convivente
con altre specie di vario genere, come ginepro, acero campestre,
ciliegio, carpino nero e roveti. Anche su questa specie, si notano
in modo evidente i segni dell’intervento umano.
I boschi
secolari, che formavano ambienti veramente spettacolari con alberi
giganteschi, contorti, quasi da favola, sono praticamente scomparsi.
Si notano alcuni rimasugli nella zona di Munito e Santa Croce.
Altrove, Peschio Cancelli e S. Andrea, sono sopravvissuti solo
alcuni esemplari grandiosi ma rari.
Appartenente
alla stessa famiglia troviamo solo il cerro, in rari agglomerati
verso Prato Lonaro con alcuni esemplari sopra a Casamaina spinti
fino a 1500 m. di altitudine. Una colonia assoggettata ad uso
civico, si trova verso Cerasolo e non è ancora esplorata.
La flora erbacea
Molto più complessa è la
parte che riguarda la flora erbacea riferita sempre al territorio di
Lucoli. La ricerca, in questo caso, è iniziata nel 2002
contemporaneamente alla creazione del Giardino botanico. Si
presuppone che le specie censite, siano oltre il 90 % di quelle
presenti sul territorio.
Lo studio sulle piante erbacee, prevede l’analisi su territori molto
più vasti e difficoltosi. Le piante erbacee inoltre hanno la
peculiarità di poter essere annue, bienni o perenni; molte di esse,
dopo la fioritura perdono la parte fogliare come ad esempio le
orchidee per cui scompaiono alla vista
fino all’anno successivo, altre si notano solo in piena
fioritura. Altre ancora sono talmente piccole o di colore poco
appariscente, da potersi notare solo con una ricerca molto attenta e
minuziosa. Non si può nascondere che alcune scoperte sono dovute
solo alla fortuna magari di capitare nel posto giusto al momento
giusto.
In ogni caso le piante erbacee necessitano di una conoscenza molto
più accurata sia nella morfologia che nelle abitudini rispetto alle
piante arboree. Alcune specie si trovano solo in ambienti
tipici e mai in altri habitat. Molte specie si differenziano
per caratteri minimi ed
in questo caso, solo un esperto può riconoscerle.
Cosa succede nel caso in cui si trova una nuova specie? Si osserva
per identificarla, si fotografa, ci si assicura che ce ne siano
altre intorno prima di
prelevarne un campione per l'erbario, altrimenti non viene
prelevata ma in questo caso si annotano un maggior numero di
particolari o magari le coordinate. Se possibile si prelevano alcuni
semi se si pensa
di riprodurla.
Il campione di erbario è la testimonianza certa nel tempo della
presenza di quella specie in quella zona.
Il nostro erbario è affidato al Centro Ricerche Floristiche
dell'Appennino
Le descrizioni delle piante, habitat,
fioritura ecc. riportate sulla maggior parte delle schede, quando non
sono frutto di osservazioni personali sono desunte da:
-
Pignatti Sandro, 1982-2018 - Flora d'Italia, Edagricole
- schede del sito
www.actaplantarum.org/schede/schede.php
La frequenza e altre considerazioni particolari sono riferite al territorio di Lucoli.
Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici riportati su alcune schede sono indicati soltanto come particolari proprietà della pianta descritta e quindi hanno una funzione solamente informativa, pertanto si declina ogni responsabilità sul loro utilizzo.
Bibliografia
BARTOLUCCI F. & al., 2018 – An updated checklist of the vascular
flora native to Italy. Plant Biosystems 152 (2): 179-303.
COLELLA A., DE SANTIS E., FRIZZI G., SOLDATI R., 2011 – Orchidee
spontanee d’Abruzzo. A cura del Giardino Botanico Appenninico di
Campo Felice.
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C., 2005 - An Annotated
checklist of the Italian vascular flora, Palombi Editori
CONTI & al., 1997, Liste Rosse Regionali delle Piante d’Italia
CONTI F., PELLEGRINI M., 1990 - Orchidee spontanee d’Abruzzo.
Cogecstre Edizioni
CONTI F., TINTI D. - Il Lago di Campotosto e la sua Flora
DE SANTIS E., 2013 – Noterella 0001: Orobanche teucrii Holandre. In ActaPlanctarum Notes 1: 54. Araba Fenice, Boves (CN)
DE SANTIS E. & al., 2013 – Noterella 0002: Potentilla pedata Willd. In ActaPlanctarum Notes 1: 55. Araba Fenice, Boves (CN)
DE SANTIS E., 2016 – Noterella 0175: Campanula portenschlagiana Schult. In ActaPlanctarum Notes 4: 144. Araba Fenice, Boves (CN)
DE SANTIS E., 2018 – Noterella 0203: Oenothera oehlkrsii Kappus ex Rostański. In ActaPlanctarum Notes 6: 149. Araba Fenice, Boves (CN)
DE SANTIS E., SOLDATI R., 2011 – Guida fotografica alla flora di Campo Felice
DE SANTIS E., SOLDATI R., 2019 – Lucoli e i suoi fiori. La flora spontanea del territorio
FRIZZI G., SOLDATI R., 2010 – Principali piante tossiche di Campo Felice e dintorni, 1a parte – Piante contenenti alcaloidi. A cura
del Giardino Botanico Appenninico di Campo Felice
FRIZZI G., SOLDATI R., 2014 – Principali piante tossiche di Campo
Felice e dintorni, 2a parte -Piante contenenti sostanze tossiche non
alcaloidi. A cura del Giardino Botanico Appenninico di Campo Felice
GALASSO G. & al., 2018 – An updated checklist of the vascular flora
alien to Italy. Plant Biosystems 152 (3): 556-592
GALETTI G., 2008 – Abruzzo in fiore – Ediz. Menabo
IPFI, Index Plantarum Florae Italicae, 2007 in avanti – Indice dei
nomi delle specie botaniche presenti in Italia. Disp. on line:
http://www.actaplantarum.org/flora/flora.php [Ult. accesso:
27/2/2019].
ORSENIGO et al. 2018 - Red Listing plants under full national
responsibility: Extinction risk and threats in the vascular flora
endemic to Italy
PERUZZI L. 2015 – Le piante endemiche italiane – uno studio in
corso. Giardini & Ambiente. 271. 52-59.
PIGNATTI S. 2018 - Flora d'Italia - ediz. Edagricole
PIRONE G., 2015 – Alberi arbusti e liane d’Abruzzo - Cogecstre
Edizioni
ROSSI G., MONTAGNANI C., GARGANO D., PERUZZI L., ABELI T., RAVERA
S., COGONI A., FENU G., MAGRINI S., GENNAI M., FOGGI B., WAGENSOMMER
R.P., VENTURELLA G., BLASI C., RAIMONDO F.M., ORSENIGO S. (Eds.),
2013 - Lista Rossa della Flora Italiana. 1. Policy Species e altre
specie minacciate. Comitato Italiano IUCN e Ministero dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare
Siti e documenti online consultati
actaplantarum.org
campus.unibo.it/11828/1/Pignatti_-_Le_piante_come_indicatori_ambientali.pdf
dryades.units.it
homolaicus.com/scienza/erbario/utility/botanica_sistematica
https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/158284
https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/scienze-public/attachments/files/000/002/581/original/Ecologia_vegetale_9_spettrobio_e_corologico_copia.pdf?1496665246
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/rapporto-194/habitat.pdf
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/quaderni/conservazione-natura/files/3933_SA1_2001Listerb.pdf
Home Flora Fauna Licheni Territorio Itinerari Contatti News
Copyright © lucolifloraefauna.it - Le foto possono essere riprodotte con l'obbligo di citare la fonte e l'autore delle foto